Tel Aviv, settembre 2025 – Una scoperta destinata a riscrivere la storia dell’evoluzione umana arriva dal Monte Carmelo, in Israele. Nella grotta di Skhul, un team di ricercatori dell’Università di Tel Aviv e del CNRS francese ha individuato la più antica prova fisica di incrocio tra Homo sapiens e Neanderthal: lo scheletro di un bambino di circa cinque anni, vissuto 140.000 anni fa.
Lo studio, pubblicato sulla rivista l’Anthropologie, retrodata di oltre 100.000 anni le interazioni tra i due gruppi, finora collocate tra 60.000 e 40.000 anni fa.
La scoperta
Il fossile mostra una combinazione unica di tratti: la forma generale del cranio richiama quella di Homo sapiens, mentre il sistema di circolazione intracranica, la mandibola e la struttura dell’orecchio interno sono tipici dei Neanderthal.
“Si tratta della più antica prova fisica al mondo di incrocio tra Neanderthal e Homo sapiens” – spiega il prof. Israel Hershkovitz, che ha guidato la ricerca insieme ad Anne Dambricourt-Malassé del CNRS. “Fino a oggi il caso più noto era quello del ‘bambino della Valle di Lapedo’ in Portogallo, datato a 28.000 anni fa. Il fossile di Skhul è di oltre 100.000 anni più antico”.
Un nuovo quadro evolutivo
Le analisi effettuate con tecnologia micro-CT presso lo Shmunis Family Anthropology Institute hanno consentito di ricostruire in 3D cranio e mandibola, permettendo un confronto dettagliato con altre popolazioni ominidi.
Per lungo tempo si è ritenuto che i Neanderthal si fossero sviluppati in Europa e fossero giunti in Israele solo 70.000 anni fa. Studi recenti dello stesso Hershkovitz avevano invece già dimostrato la presenza di forme arcaiche di Neanderthal in Israele circa 400.000 anni fa.
Secondo i ricercatori, il bambino di Skhul rappresenta la prova che gli incontri tra i primi Homo sapiens provenienti dall’Africa e i Neanderthal locali avvennero molto prima di quanto ipotizzato, dando vita a una lunga fase di scambi biologici e culturali.
Le conseguenze per la ricerca
Oggi, spiegano gli studiosi, tra il 2 e il 6% del nostro genoma conserva ancora tracce di DNA neanderthaliano. La scoperta di Skhul dimostra che questi legami hanno radici molto più antiche e che la Terra d’Israele fu uno dei primi luoghi di interazione tra i due gruppi.