Un dicembre ricco di emozioni attende Marcello Sutera, bassista e produttore originario della Romagna, conosciuto per la sua lunga esperienza come session man al fianco di artisti del calibro di Trilok Gurtu, Peter Erskine e John Abercrombie.
Dopo anni trascorsi a suonare per altri, Sutera si prepara a salire finalmente sul palco come protagonista assoluto: dal 9 al 22 dicembre sarà impegnato nel suo primo tour teatrale, accompagnato dalla propria orchestra, per presentare la sua musica in attesa dell’uscita del debutto solista “New Me”.
Il tour toccherà tre tappe nella sua amata Romagna — Santarcangelo, Meldola e Piangipane — e alcune importanti città italiane come Milano, Bologna, Ancona e Mantova.
I biglietti sono già disponibili sul sito ufficiale marcellosutera.com, dove si possono trovare tutti i dettagli e le prevendite per ciascun concerto.
Ogni serata sarà un’esperienza unica, impreziosita dalla presenza di ospiti diversi in ogni data: musicisti di fama nazionale e internazionale che testimoniano la stima e il riconoscimento che Sutera gode nel mondo della musica.
Il calendario degli ospiti conferma la varietà e il prestigio del progetto: Kelly Joyce aprirà il tour il 9 dicembre a Santarcangelo; seguiranno Fabrizio Bosso ad Ancona (10 dicembre), Greg Rega a Meldola (11 dicembre), Alfredo Golino e Francesca Tandoi al Teatro Testoni di Bologna (13 dicembre), Nick the Nightfly a Mantova (16 dicembre), Tony Momrelle ed Emiliano Pari al Politeatro di Milano (18 dicembre), e infine Sulene Fleming, voce dei Brand New Heavies, al Socjale di Piangipane (20 dicembre).
Sette serate che promettono grande musica, tra jazz, funk e soul, con un artista che si prepara a conquistare la scena come protagonista, forte di una sensibilità musicale profonda e di una visione autentica.
“La mia musica è una forma di lotta – racconta Sutera – ma non con la forza o con le parole urlate. È un combattimento silenzioso, fatto di vibrazioni e respiri, un dialogo che nasce dall’anima e cerca un varco nell’ascolto. Ogni brano è parte di un percorso, un frammento di vita trasformato in suono”.
E conclude: “Le circostanze sono il primo confine da superare. Non possiamo scegliere ciò che ci accade, ma possiamo scegliere come reagire. La musica, per me, è il linguaggio che libera: ogni linea di basso è una traiettoria che rompe i limiti e apre nuovi spazi interiori”.