La XXIV edizione del Calendario Di Meo, presentata il 27 ottobre alla Sacra Infermeria de La Valletta, è dedicata al tema “Napoli – Malta. Dialoghi Mediterranei”. Ideato da Generoso Di Meo e promosso dall’associazione Di Meo Vini ad Arte, il celebre lunario torna a essere un oggetto da collezione che unisce fotografia, arte e riflessione culturale.
In un contesto internazionale segnato da tensioni e divisioni, il calendario assume un forte valore simbolico. Come sottolineato dal Vice Primo Ministro maltese Ian Borg, che firma l’introduzione, l’opera si pone come un “messaggio di unità”, capace di ricordare l’importanza del rispetto reciproco, della memoria condivisa e della diplomazia culturale.
Un ponte tra due culture mediterranee
«Malta, in più momenti della sua storia, è stata sotto il dominio del Regno di Napoli e successivamente del Regno delle Due Sicilie – spiega Generoso Di Meo –. Questi rapporti hanno lasciato un’impronta profonda nell’architettura, nella religione e nella lingua, creando legami che ancora oggi testimoniano uno scambio fertile e rispettoso tra le due sponde del Mediterraneo».
Il Calendario Di Meo 2026 è arricchito dalle fotografie di Massimo Listri, maestro della fotografia d’architettura e d’interni. Dodici scatti raccontano altrettanti luoghi simbolo di Malta: dai Barrakka Gardens al Palazzo del Gran Maestro, dalla Rotonda di Mosta al Teatro Manoel, fino alle residenze storiche e agli spazi culturali che hanno segnato la storia dell’isola.
Testimonianze e racconti autorevoli
Ad accompagnare le immagini, una serie di testi firmati da giornalisti, musicologi, critici e studiosi italiani e maltesi – tra cui Fernando Mazzocca, Titta Fiore, Sandro Debono e Keith Sciberras – che esplorano le connessioni storiche, artistiche e culturali tra Napoli e Malta.
Un progetto sostenuto da istituzioni e sponsor
Il calendario, realizzato senza scopo di lucro, è patrocinato dal Ministero della Cultura di Malta e da Visit Malta, con il supporto della Fondazione Mele e di numerosi sponsor e partner. Un’iniziativa che conferma ancora una volta il valore del progetto Di Meo come strumento di diplomazia culturale e come ponte tra comunità diverse del Mediterraneo.















